mercoledì, gennaio 30, 2013

Guazzetto di vongole allo zafferano e cartoline da Genova

Vi capita mai che ad un certo punto vi si scateni il raptus culinario e che decidiate seduta stante che sì, avete la necessità assoluta di prepararvi proprio quella cosa lì?

A me si, spesso, e soprattutto mi capita con il pesce. E meno male che la mia pescivendola di fiducia ha il banco dentro un supermercato, ed è sempre pronta a darmi consigli sulla freschezza dei prodotti, su ricettine da provare, sulle offerte del giorno. Così posso presentarmi da lei anche alle sette di sera sicura che qualche cosa, in un modo o nell'altro, troverò.

E così è andata l'altra sera, è  partito il raptus, e quando sono uscita da lavoro mi sono catapultata da lei a vedere cosa potevo inventarmi e, trovato qualcosa di mio gradimento, me ne sono tornata a casa felice e soddisfatta, e con un po' di idee da provare.

Ho cominciato con questo guazzetto di vongole che, di per sè, è facilissimo e velocissimo da preparare. 
Solo un paio di precisazioni prima: io preferisco usare i cosiddetti lupini perchè, rispetto alle vongole veraci, li trovo più saporiti e difficilmente vi ho mai trovato la sabbia, così noiosa da eliminare.
Sempre per il discorso sabbia, di norma tengo le vongole a spurgare in acqua e sale per circa due ore prima dell'utilizzo.
Infine, soprattutto se le cucino all'ultimo momento come ieri, lo faccio in due fasi: prima le faccio aprire, poi le cucino filtrando il sugo. E' un procedimento appena un po' più laborioso ma garantisce l'eliminazione totale della sabbia, che non è mai piacevole ritrovarsi nel piatto!




Tempo di preparazione:
20 minuti

Ingredienti per 2 persone:
mezzo sacchetto di vongole - noi però siamo voraci e ce ne siamo mangiato uno intero, tanto è tutta buccia :)
alcuni stimmi di zafferano (io Purissimo di Maremma)
uno spicchio di aglio
un peperoncino
pane tostato
alcune foglie di maggiorana (meglio se fresca)
mezzo bicchiere di vino bianco secco
olio extravergine di oliva
NIENTE sale!

Mettere a bagno in una tazzina di acqua calda alcuni stimmi di zafferano (non servirà ovviamente se usate quello in polvere)
Sciacquare sotto acqua corrente le vongole e metterle in un ampio tegame, coperte, a fiamma media, fino a che non si saranno aperte e non avranno tirato fuori il loro sughetto (ci vorranno circa 7-10 minuti).
Intanto in un'ampia padella far soffriggere in un cucchiaio di olio lo spicchio di aglio intero e leggermente schiacciato, il peperoncino ed alcune foglie di maggiorana.
Quaando le vongole saranno ben aperte, trasferirle nella padella con il soffritto utilizzando un mestolo forato, quindi lasciare insaporire un minuto a fiamma alta e sfumare con il vino bianco.
Evaporato quest'ultimo, aggiungere il sugo delle vongole filtrato attraverso un colino a maglie strette, mescolare bene, aggiungere lo zafferano e servire ben caldo con crostini di pane tostato, a piacere strofinato con un o spicchio di aglio.


Prima di salutarvi per oggi vorrei chiudere la carrellata sul week end genovese con alcune cartoline di una città dalle mille facce, stretta tra montagne e mare, tra nobiltà e miseria, medievale, rinascimentale, portuale, multietnica, superba e coraggiosa, pericolosa e poetica....



I portici antistanti il Porto Vecchio





I colori dei suoi palazzi





Particolari della Cattedrale di San Lorenzo



Un mix di culture





I suoi androni, solenni e segreti






Le sue porte 









Il Passato





Ed il futuro


Il porto con la Lanterna, uno dei suoi simboli



Le sue storie scritte nei carruggi e nelle strade



O cantate dai suoi figli




Ciao Genova, a presto!

martedì, gennaio 29, 2013

Un dolce incontro ed un piatto da domenica: lo stinco di maiale alla senape con verdure in agrodolce

Oggi il sole splende sulla mia città, ed insieme a lui splende di nuovo il mio sorriso, offuscato in questi ultimi giorni da nubi grigiastre piuttosto fastidiose.

Ed è con questo spirito che vi voglio raccontare di un incontro dolce, nato da passioni comuni, coltivato per mesi sul web, e concretizzatosi in un freddo e limpido sabato pomeriggio a Genova, in uno dei luoghi simbolo della città, il Porto Antico.

Un incontro, desiderato, tessuto con pazienza tra telefonate ed e-mail, e finalmente giunto: quello con Monica e Luca, Cuoca e Fotografo di Fotocibiamo, e la loro deliziosa famiglia.

Un incontro emozionante, perchè quando ci si sente tutti i giorni via web si stabilisce una sorta di confidenza e quotidianità che, a prima vista, mal si concilia con il fatto che non ci si è mai guardati negli occhi. E così ci si avvia all'appuntamento un po' insicuri, chiedendosi mille cose e soprattutto con la paura di deludere le aspettative dell'altro, con una specie di "ansia da prestazione" all'idea che l'immagine ideale che si dà di sè e quella reale cozzino irrimediabilmente l'una con l'altra.

Ma come ben dice Antoine de Saint-Exupéry, "Non si vede bene che con il cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi", e dunque delle persone che senza vedersi mai si sono avvicinate le une alle altre giorno dopo giorno, guidate solo dal loro cuore, difficilmente possono poi deludersi a vicenda.

Credo sia stato così anche per noi, perchè dopo esserci riconosciuti, sorrisi, presentati, eravamo già lì che chiacchieravamo del più e del meno come se fosse la cosa più naturale del mondo! E tra chiacchiere e caffè, il tempo è volato e ci siamo ritrovati, nostro malgrado, al momento dei saluti. Un momento triste ma addolcito da un pensiero che Monica e Luca ci hanno lasciato, due deliziose scatole fatte a mano piene di bontà!

Curiosi di saperne di più?? Beh, allora andate QUI, da Monica e Luca, che vi racconteranno l'incontro come vissuto da loro, vi mostreranno le foto del meeting e vi racconteranno come si cucinano i baci di Alassio, il cui profumo di cioccolato e nocciole ancora delizia le mie narici al solo pensiero :)

Quanto a me, che sono solita darvi ricette veloci e semplicissime, oggi me la voglio prendere comoda e, in onore di Veronica e del suo contest, I Piatti della Domenica, oggi vi lascerò una ricetta very very very slow!




Tempo di preparazione:
circa 3 ore

Ingredienti per 2 persone:
uno stinco di maiale
un barattolo di senape (io ho usato quella all'antica, con dentro i grani interi)
una patata media
una barbabietola rossa
un paio di carote
una piccola cipolla rossa di Tropea
mezzo finocchio
mezzo bicchiere di vino bianco secco
un bicchiere di brodo vegetale
un cucchiaio di zucchero di canna
un cucchiaio di aceto di mele
olio extravergine di oliva
sale e pepe q.b.

Per la carne: con l'aiuto di una spatola o di un pennello da cucina, cospargere la superficie dello stinco in modo uniforme con la senape, quindi salare, pepare e disporre su una teglia foderata di carta da forno, completare con un filo di olio e disporre in forno già caldo a 220°. Quando si sarà formata una bella crosticina sullo stinco, girare la carne facendo attenzione a non forarla (per non far fuoriuscire tutti i succhi) e dorarla bene su tutti i lati.
A questo punto irrorare la carne con il vino bianco ed il brodo vegetale, coprire con un foglio di alluminio la teglia ed infornare nuovamente, a circa 190°, per un paio d'ore.
Trascorso questo tempo, levare l'alluminio, alzare nuovamente la temperatura del forno a 220° e lasciar dorare bene (ci vorrà un'altra ventina di minuti).

Per le verdure: quando manca circa un'ora alla cottura dello stinco, sbucciare e lavare la patata, la barbabietola e le carote e ridurre le prime due a cubetti di un centimetro di lato, la terza in rondelle non troppo sottili; lavare il finocchio, sbucciare la cipolla ed affettare entrambe. 
Trasferire le verdure in una teglia foderata di carta da forno, salare, pepare, completare con un filo di olio e disporre nel forno. 
Quando le verdure cominceranno ad apparire ben dorate, in una tazza mescolare l'aceto di mele con lo zucchero di canna, e con il composto così ottenuto irrorare le verdure e concludere la cottura.

Servire la carne e le verdure ben calde, insieme.

Un piatto che ha richiesto un sacco di tempo ma, credetemi, ne è valsa ampiamente la pena! 





lunedì, gennaio 28, 2013

Impossibile da dimenticare: Viaggio Intorno all'Uomo

Non riesco in nessun modo a levarmi dalla testa e dal cuore 
quello che i miei occhi hanno visto ieri.

A Genova, al Palazzo Ducale, i lavori del mio fotografo preferito, 
Steve McCurry, nella mostra Viaggio Intorno all'Uomo.

Sono entrata in quelle sale e quella che ne è uscita, in qualche modo, non ero più io.

Non lo so se ha fatto lo stesso effetto anche agli altri visitatori, 
ma io mi sento allo stesso tempo come se fossi appena uscita da una notte di passione, 
da un incontro di lotta libera, 
da un tenero abbraccio,
 da un calcio in faccia, 
da un viaggio infinito 
nel mondo e tra gli uomini, 
tra la bellezza e l'orrore, 
tra la poesia ed il disprezzo, 
tra l'amore e la follia, 
tra tutto ciò che di eccelso e di terribile c'è nel cuore dell'Uomo.

Un'esperienza così profonda, così magica, così toccante che io oggi, davvero,
 non riesco a riprendermi e nemmeno, a dirvi la verità, a pensare al cibo.

Ed allora non mi resta che condividere con voi 
alcune delle impressioni che porto con me oggi, 
nette ed indelebili, 
pure e torbide, 
poetiche e drammatiche.




Lo sguardo fiero ed indomito di questa donna Tuaregh.....



....il libro che la vita ha scritto sul volto di questo monaco.....



....l'amore tra una madre e una figlia.....



.....i bambini che son sempre bambini, ovunque il destino li abbia messi al mondo......



.....un babbo afghano.....



.....le contraddizioni di un mondo folle......



.....le infanzie rubate.....



....e quelle spensierate.....



.....il sorriso di chi ha salvato il suo lavoro.....



....e il coraggio di chi torna a ricostruire ciò che la guerra ha devastato....



.....la follia dell'uomo....



...ed il calore di un abbraccio....

ed infine lei:



La foto che lo ha reso celebre, la ragazza afghana, Sharbat Gula. 
Fotografata nel 1983 in un campo profughi in Pakistan, 
sfuggita alla guerra in Afghanistan con il fratello e i nonni, orfana. 
Ritrovata dal fotografo nel 2002, oggi ha all'incirca la mia età.
Ma nei suoi occhi, nel suo sguardo dal quale non riesco a staccarmi, grida il dolore ed il terrore di tutti i profughi, 
e la dignità immensa di chi non si dà per vinto.


giovedì, gennaio 24, 2013

Tegliette di patate e carciofi al pistacchio

La rivista Cucina Naturale ha promosso, sulla sua pagina Facebook, un gioco divertente per chi, come me, si cimenta allegramente in cucina tutti i giorni.
La sfida è interessante, si tratta di inventare una ricetta che abbia, tra gli ingredienti, patate, carciofi e pistacchi. 
Tre alimenti che mi piacciono tantissimo e che, in combinazione tra loro, offrono un incredibile ventaglio di possibilità e di combinazioni.
E così ho deciso di partecipare al gioco, anche perchè mi piace molto lo stile della rivista, a cui spesso mi ispiro.

Pensa che ti ripensa, alla fine ho optato per un piatto piuttosto semplice ma gustoso, leggero e versatile, da proporre come antipastino vegetariano o come contorno.

Eccolo:



Tempo di preparazione:
35 minuti circa

Ingredienti per 2 persone:
una patata grande
due carciofi
50 gr. di stracchino
una manciata di pistacchi sgusciati e tritati
uno spicchio di aglio
alcune foglie di salvia
un uovo
un bicchiere di latte (io parzialmente scremato)
un po' di pane grattato
una manciata di Parmigiano Reggiano grattugiato
un limone
sale q.b.

Per prima cosa pelare la patata, lavarla e ridurla a fette sottili pochi centimetri.
Disporre le fette su un cestello per la cottura al vapore, mettere il cestello in una pentola con un dito di acqua già calda, coprire e cuocere a vapore per circa 3-5 minuti dallo svilupparsi del vapore.
Intanto in una padellina far soffriggere in un filo d'olio lo spicchio di aglio intero e la salvia. Aggiungere i carciofi, che avrete privato delle parti più dure, lavato in acqua acidulata con il succo di limone e affettati sottilmente. Salare e far cuocere a fiamma bassa per circa 10 minuti.
Fatto ciò, ungere con un filo di olio due tegliette individuali e cospargerne il fondo e i lati con un poco di pane grattato.
Quindi disporre uno strato di patate, salare un poco, uno strato di carciofi, una fetta di stracchino, di nuovo patate, un poco di sale.
In una ciotola sbattere l'uovo intero, il latte ed una manciata di Parmigiano.
Versare il composto così ottenuto nelle tegliette, completare con una ricca spolverata di pistacchi tritati e passare in forno già caldo a 200° per circa 10 minuti.
Servire tiepidi.

P.S. Con questo post partecipo al linky party di La cucina di Any


mercoledì, gennaio 23, 2013

Vermicelli con indivia e bottarga

Come è nata questa idea ve l'ho raccontato ieri.

Aggiungo solo che l'ispirazione per questo piatto arriva, per vie traverse, dalla fusione ed interpretazione di due piatti tipici della cucina regionale italiana: la campana pizza di scarola e la siciliana pasta con le sarde.

Confesso, non sono stata certa dell'appetibilità del piatto fino al momento dell'assaggio, a prima vista mi sembrava di aver immaginato accostamenti un po' azzardati, ma devo dire che ne è valsa ampiamente la pena perchè il risultato è stato stupefacente, sia per me che per il mio "povero" Fotografo-Cavia!



Tempo di preparazione:
25 minuti

Ingredienti per 2 persone:
200 gr. di vermicelli (io Delverde)
un piccolo cespo di indivia o scarola
una piccola manciata di uvetta
una piccola manciata di mandorle
1/2 bicchiere di vino bianco secco
un trancetto di bottarga (io quella di Orbetello)
mezza cipolla di Tropea
un peperoncino
olio extravergine di oliva
sale q.b.

Riempire una tazza di acqua calda e immergervi l'uvetta.
Portare ad ebollizione l'acqua per la cottura della pasta.
Intanto lavare e ridurre a striscioline sottilissime l'indivia.
In una padella versare un cucchiaio di olio, aggiungere il peperoncino e la cipolla affettata a velo e far rosolare a fiamma bassa fino a che quest'ultima non sarà diventata trasparente.
Unire a questo punto le mandorle, tagliate a lamelle, e farle colorire un poco, quindi aggiungere la scarola e  l'uvetta, coprire e lasciare stufare per circa dieci minuti.
A questo punto sfumare con il vino bianco e lasciarlo evaporare a fiamma vivace, quindi spegnere.
Nel frattempo lessare la pasta per il tempo indicato dalla confezione, scolarla al dente (lasciando da parte un po' di acqua) e saltarla nel condimento, allungando se necessario con poca acqua tenuta da parte.
Servire completando con un filo di olio a crudo e con una ricca grattugiata di bottarga!

Godetevela!



martedì, gennaio 22, 2013

Cestini di pasta fillo con crema di palamita

Domenica sera. 
Interno.
Fuori un tempo da lupi.
Il Fotografo: "Ma noi di pesce non abbiamo proprio niente in casa?"
Io: "Uhmmmm, pesce fresco proprio no, ma qualche conserva ci sarebbe pure....."
Il Fotografo: "No, perchè mi andrebbe, e poi abbiamo quella bella bottiglia di Gewürztraminer che ci hanno regalato i tuoi....."
Io: silenzio (ma si sentono tutti gli ingranaggi che cominciano a girare a velocità ultrasonica).

Dall'input di un Fotografo goloso, da un cervellino un po' bucherellato ma pur sempre attivo, da un sondaggio tra frigo e dispensa esce fuori il seguente menù:

- crostini integrali al sesamo con sgombro marinato al pepe e senape (tutto comprato eh!);
- cestini di pasta fillo di cui sotto;
- spaghettoni con indivia e bottarga (di cui domani).


Nasce così una cenetta di pesce alquanto improvvisata ma altrettanto sfiziosa.



Tempo di preparazione:
20 minuti

Ingredienti per 6 cestini:
una confezione di pasta fillo
30 gr. di burro
6 capperi risciacquati

Con l'aiuto di un coppapasta ricavare dalla pasta fillo 6 cerchi, da disporre in tegliette singole per ottenere i cestini.
Mettere le tegliette in forno già caldo a 200° per circa 7-10 minuti, fino a che i cestini non saranno dorati.
Intanto, con l'aiuto di un mixer, ridurre in crema i filetti di palamita ed il burro.
Farcire i cestini con la crema ottenuta e decorare con i capperi aperti a fiore.

Interessante il contrasto tra il cestino croccante e la cremosità della farcia.

Solo un paio di precisazioni: la pasta fillo può essere sostituita tranquillamente con la pasta sfoglia, nel qual caso ricordatevi: uno, di ungere bene i pirottini; due, di mettere dei legumi secchi sopra la pasta al momento di infornarla, altrimenti si gonfierà e addio cestini!
Se come me trovate invece la pasta fillo, constaterete che in una confezione ce n'è una quantità industriale, sufficiente per fare un migliaio di cestini più un centinaio di torte salate ed involtini vari! In poche parole, soprattutto se è surgelata, preparatevi a mangiare pasta fillo per giorni!!!

Sul burro: ovvio che più burro c'è e più spumosa verrà la crema, se però volete salvare il salvabile un 30 gr. è un buon compromesso!

Sulla palamita: certo, è una delizia, un presidio Slow Food, e per me è stato facilissimo procurarmela. Ve la consiglio di cuore ma se non doveste trovarla potete tranquillamente sostituirla con tonno, o sgombro, a vostro piacimento.

Ah, un'ultima cosa: io sto rompendo le relazioni diplomatiche con il mio forno perchè o cuoce poco o troppo, non conosce vie di mezzo! Voi però, se siete in buoni rapporti con il vostro, i cestini potete farli anche meno "dorati" di così! ;)

A domani per gli spaghettoni! 

lunedì, gennaio 21, 2013

Change Your Perspective! Ed il pollo speziato al latte di cocco.

 "Semina un’idea e nascerà un’azione. 
Semina un’azione e nascerà un’abitudine. 
Semina un’abitudine e nascerà un carattere. 
Semina un carattere e nascerà un destino."
(Gauthama Siddharta)

A questa frase, letta tanto tempo fa e rimasta impressa nella mia memoria, ho pensato quando ho letto il tema del giveaway di Elle, dal titolo "Change Your Perspective". Perchè cambiare prospettiva, cambiare punto di vista sulle cose, è come seminare un'idea. Alla luce di un punto di vista diverso dal solito, le situazioni, gli avvenimenti, le persone, i nostri atteggiamenti, acquistano altre valenze, altri significati, sfumature diverse. Ecco allora che un ostacolo si trasforma in sfida, una privazione in opportunità, un'imprevisto in una sorpresa.....

Ed è questo che vorrei fare nell'anno appena iniziato, e per molti anni a venire, imparare ad uscire dagli schemi che talvolta mi limitano, dalle abitudini che talvolta mi ingabbiamo, dai pensieri sterili che mi impediscono di procedere, e seminare, seminare, seminare....nuove idee, nuove azioni, nuove prospettive, ed un destino nuovo di zecca da fare, da costruire, da curare ogni giorno!




Tempo di preparazione:
30 minuti

Ingredienti per 2 persone:
100 gr. di riso (Thai, o Basmati; io ho usato un mix di riso Basmati, riso Rosso e Selvaggio del Canada)
350 gr. di petto di pollo, ridotto a dadini di circa 2 cm. di lato
100 gr. di latte di cocco
un cucchiaino di mix di spezie Etnico
mezza cipolla
olio extravergine di oliva
una manciata di farina di ceci (io Molino Chiavazza)
sale q.b.

Preparare il riso secondo le indicazioni fornite dalla confezione.
Intanto in una ciotola mescolare la farina di ceci e le spezie, e passarvi i bocconcini di pollo in modo che se ne ricoprano in maniera uniforme.
In una padella antiaderente versare un filo di olio extravergine di oliva, unire la cipollina tritata finemente e  farla dorare, quindi unire i bocconcini di pollo speziati e lasciar cuocere a fiamma vivace, mescolando spesso, fino a che non saranno ben dorati (circa 4-5 minuti).
A questo punto aggiungere il latte di cocco, regolare di sale, coprire e lasciar cuocere per altri cinque minuti circa, fino a che non si sarà formata una bella cremina densa.
Servire ben caldo accompagnato dal riso.

Con delle belle verdure di stagione, crude o al vapore, diventa un perfetto piatto unico, sano, gustoso ed equilibrato.







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